Archive for the ‘new trends’ category

Con CRIF siamo tutti credit manager. (gioca online)

Maggio 20, 2013

ImmagineCRIF Credit Game è l’iniziativa di comunicazione dell’azienda specializzata nello sviluppo e nella gestione di sistemi di informazioni creditizie, pensata per coinvolgere e sensibilizzare i risparmiatori sulla tematica di stringente attualità dell’accesso al credito (sempre più spesso negato).

Questa volta saranno gli utenti a mettersi nei panni del credit manager di una banca e decideranno, sulla base delle informazioni messe a loro disposizione (età, stato civile, professione, numero di membri della famiglia, reddito personale, reddito familiare, proprietà e situazione debitoria del cliente), se concedere o meno credito ai clienti che entrano in filiale.

Una convincente declinazione in chiave  “gamification” del messaggio di comunicazione formulato dal gruppo bolognese con la finalità, da un lato di educare al credito e al controllo dei debiti, dall’altro veicolare i valori del marchio, perchè un pizzico di autoconsapevolezza finanziaria non fa mai male.

Unica pecca, mancano i bottoni per la condivisione del risultato della sessione sui principali Social. Per il resto, buona la prima!

Creare comunicati stampa di successo.

febbraio 20, 2013

[HOW TO] Video con suggerimenti per rendere i comunicati stampa più persuasivi ed efficaci.

Il comunicato stampa è morto? Una questione che ritorna ciclicamente nel dibattito tra addetti ai lavori (PR, addetti stampa, marketers, etc.), ma è giunto il momento di accantonare ipotesi fantasiose e mettersi al lavoro per ripensare alla scrittura, le immagini (foto, video, infografiche) , gli esempi che rendono più persuasiva e d’impatto la nostra storia. Nel video tutorial di Mark Grimm tutte queste cose vengono spiegate in maniera sintetica e chiara.

Poi c’è un altro aspetto che nel video non viene citato, l’engagement nei social media. Quanto diventa importante avere una newsroom che permetta di condividere i contenuti direttamente sui “social” per la diffusione spontanea degli stessi verso un pubblico interessato e attivo (narrowcasting)?
Tornando alla domanda di partenza, il comunicato stampa è uno strumento essenziale per la comunicazione d’impresa e lo diviene sempre di più dal momento che le redazioni vanno rapidamente cambiando diventando più snelle e il giornale si trasforma “in una grande cucina per digerire la quantità di informazioni in arrivo”, per citare il post del blog trapezunzio. Quindi si aprono per le imprese concrete opportunità di accreditarsi presso le testate giornalistiche e raggiungere i propri pubblici di riferimento. Un lavoro complesso, ma che può dare enormi soddisfazioni a patto di elevare la qualità degli uffici stampa, accrescendo la professionalità e le specifiche competenze di chi vi opera.

Proprio perchè il ruolo degli uffici stampa nel circolo dell’informazione diventa ogni giorno più rilevante, c’è bisogno di accuratezza e senso di responsabilità, ma anche creatività per proporre all’attenzione della stampa  che suscitino l’interesse dei loro lettori.

House hunt: una ricerca spiega come intercettare chi cerca casa sul web.

gennaio 10, 2013

The Digital House Hunt è l’interessante ricerca condotta da  Realtor, in collaborazione con Google, per far luce sui processi di ricerca della casa da parte dei consumatori nell’era dei media digitali.

Nel corso dell’ultima decade Internet è diventato il canale privilegiato la ricerca della casa, tanto che oramai l’annuncio on-line raggiunge molti più utenti rispetto alla pubblicazione cartacea.

La ricerca evidenzia trends e spunti interessanti sull’utilizzo dei digital media da parte dei “cacciatori di case” alle prese con la scelta di un immobile già esistente o di nuova costruzione.

L’indagine muove dalla convinzione che c’è una nuova generazione di consumatori cui l’accesso all’informazione ha attribuito particolare “potere”.
I consumatori on-line sono alla continua ricerca di informazioni per sostenere le loro decisioni di acquisto. Guardano “how-to” video su YouTube, leggono i siti/blog di recensioni, cercano marche specifiche sui motori di ricerca, e proseguono la loro ricerca anche quando sono in movimento con i loro smartphone e i loro tablet. Dal “big bang” generato da una una miriade di fonti nasce quello che Google chiama icon l’acronimo ZMOT, Zero Moment of Truth, ovvero il momento in cui la decisione d’acquisto viene presa.

L’idea alla base di tutto è che Internet ha cambiato profondamente le modalità di consumo al punto che, per commercializzare un bene, non è più necessario mostrarlo in negozio, o come nel nostro caso, presso la sede di un broker o durante un open house, chiedere un parere o consiglio su cosa comprare o quanto lo si dovrebbe pagare. Il nuovo consumatore sa tutto prima del tempo, per questo, anche nel mondo immobiliare, lo shift dal marketing al digital marketing diviene elemento cruciale per raggiungere tempestimamente chi cerca casa.

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Rock’n’Roll Curation

settembre 5, 2012

Rock'n'Roll Curation

Sulla Content Curation non c’è neanche una voce su Wikipedia allora provo a spiegarla attraverso la storia del Rock. Ognuno pende da qualcuno, come ci insegnano ad esempio i grandi creativi della scena musicale, ma è dalla fusione degli elementi che nasce qualcosa di inedito, di originale: è il “marchio di fabbrica”.

In un mondo della comunicazione sempre più orientato ai contenuti ecco che il concetto di curation diviene sempre più centrale anche per i brand.

Per approfondimenti sul marketing dei contenuti consulta i miei vecchi post qui e qui.

Leggi anche l’ottimo post sull’esplosione del content marketing via infografiche.com

 

Verba volant, Social media “manent”

giugno 7, 2012

Ieri, 6 giugno, la mia collega Lusiana ha partecipato al meeting di Iab e The Ruling Companies Association sul tema “Social network e azienda, opportunità o minaccia?” Me ne ha parlato in termini entusiastici, le ho chiesto di mettere giù i punti salienti dell’incontro che ha coinvolto qualificati protagonisti del settore web e social media. Ecco cosa è emerso:

–     Fredrik Bernsel, Sales Director Emea e Latam Partners, Linkedin

–     Luca Colombo, Country Manager, Facebook Italia

–     Simona Zanette, President Iab Italia

–     Amedeo Guffanti, Partner & director 77 Agency

–     Aldo Bottini, Partner, Toffoletto De luca Tamajo e Soci

–     Rosario Sica, CEO Open Knowledge

e ha ampiamente affrontato il tema, presentando gli scenari aperti dai social media e gli approcci adottati dalle aziende.

Queste i principali spunti emersi dal meeting:

–     i social media sono la rappresentazione della vita reale in digitale, non sono quindi una moda, ma un fenomeno sociale

–     l’utente si aspetta che il brand sia presente sul social media che in qualche modo ripropone i principi aspirazionali, ormai persi, del marketing degli inizi

–     la sola presenza del brand sul social media non basta, bisogna interagire, monitorare la community, fornire all’utente quegli elementi social che il sito ufficiale non dà

–     sui social media bisogna applicare le stesse regole di comportamento, di relazione che vengono applicate alla vita reale, perché dietro gli account ci sono le persone, che si aspettano dal brand cortesia, professionalità, attenzione e ascolto

–     è fondamentale per l’azienda curare quotidianamente tutti i propri profili sui social media, dando l’impressione di essere “viva”

 Starbucks dialoga

–     i social media vanno usati come strumenti di customer service, non bisogna aver paura di esporsi, occorre saper orientare il passaparola, far parlar bene del brand, perché sul web tutto ciò che viene scritto resta, e a lungo. Per restare alla stretta attualità basta digitare “Groupalia” su Google per avere  un’idea precisa su cosa vuol dire scatenare del buzz negativo

Groupalia, il tweet sul terremoto

l’incontro dunque ha chiaramente espresso l’opportunità  rappresentata dai social media, a condizione che vengano usati in maniera adeguata, valorizzandone l’interazione e la relazione, ragion d’essere dei social media

Facebook Risiko 2012

gennaio 4, 2012

Inauguriamo il 2012 con questa infografica che mostra la segmentazione dell’utenza  Facebook nei 15 Paesi di massima diffusione.

Diffusione e segmentazione del target

 

Il 61% delle imprese worldwide farà social media marketing nel 2012.

dicembre 14, 2011

Le aziende punteranno di più sulla comunicazione attraverso i social media
nel corso del 2012. I social media stanno diventando una parte importante del business in tutto il mondo, e le aziende stanno progettando di aumentare l’uso di esso nei prossimi mesi.

Lo rileva Grant Thornton LLP nel recente “Rapporto Business International”
che tiene conto delle intenzioni dei dirigenti di tutto il mondo circa l’uso e dei social media in chiave marketing.

Emerge che le società latino-americane sono quelle più intenzionate ad aumentarne l’utilizzo, seguite dalle imprese del Sudest Asiatico, mentre, a livello comparativo, solo il 35% delle imprese dei paesi della vecchia Europa attualmente utilizzano i social media, anche se il 66% del campione prevede di incrementarne l’uso.

I mercati emergenti, dove la crescita economica si accompagna con la diffusione delle connessioni Internet, risultano anche i più effervescenti sul fronte social media, come testimonia la crescita dell’America Latina e dei paesi BRIC, Brasile, Russia, India e Cina.

Immagine
Interagire con i propri utenti è solo una delle modalità di utilizzo dei social media in tutto il mondo. Nel complesso, il 53% degli intervistati ha usato i social media per la pubblicità, il 51% per comunicare con i clienti e il 43% per il recruiting.

Fin qui i numeri. Per saperne di più su come la pensano gli executives che hanno preso parte alla survey, scarica l’analisi completa qui (Social Media and it’s associated risks .PDF

Sempre a proposito di social media, nel 2011 è andata così: “lo sapevi ?”. PEr saperne di più su cosa pensano

Nasce Superflash, la versione 2.0 della banca dedicata ai giovani.

settembre 20, 2011

Una banca che ascolta, si relaziona e soprattutto da credito ai giovani.

Manifesto decisamente “user generated” per Superflash, da carta-conto a brand “ombrello” che contraddistingue servizi, iniziative speciali, sito Internet e filiali dedicate agli under 35.

Proprio venerdì sono stato invitato da Intesa-Sanpaolo all’inaugurazione della prima delle filiali Superflash.
Entrando nel flagship milanese – prossime aperture anche a Torino, Napoli, Padova, Bologna e Firenze -,
l’impatto è spiazzante, almeno per chi scrive ed è già over 35 😦

Superflash è più vicino a un multimedia store che a una banca. Più sportello di servizi, che sportello bancario. Gli ambienti propongono arredi essenziali, tecnologia di ultima generazione, indici di borsa attraverso videowall e intrattenimento radiofonico.

Ma alla fine i soldi per il mutuo e per gli studi la banca li concede davvero, e a condizioni vantaggiose, come afferma Marco Siracusano, Direttore Marketing Privati della banca.

“Non ci prefissiamo un obiettivo preciso – continua Siracusano -, vogliamo solo guadagnarci la fiducia di nuovi clienti per accompagnarli, con i nostri servizi, nel percorso di costruzione del loro futuro”. In questo quadro si capisce perchè il target giovani è strategico per il gruppo guidato da Corrado Passera, tra l’altro intervenuto nel corso dell’inaugurazione.

E per una banca che si pone come obiettivo “un nuovo modo di fare banca”, il mondo digitale riveste un ruolo cruciale per l’ascolto, la relazione e la proposta di servizi e prodotti bancari su misura per gli under 35.

Dal sito (disponibile anche per mobile e i-pad), alla fanpage Superflash su Facebook, la banca vuol favorire l’assistenza on line e l’interazione con i clienti, senza perdere di vista la relazione diretta azienda-cliente. Anche per questo chi entrerà in una delle filiali della banca, fanno sapere da Intesa Sanpaolo, troverà ad accoglierlo personale rigorosamente under 35.

Indignation marketing

settembre 19, 2011

La rete, i libri, le piazze. Tutti si indignano, anche i politici (!). E dove ci sono tutti, prima o poi arriva il marketing.


“Sono Monica, lavoro in politica e non vado a letto con nessuno”. E’ l’headline che campeggia su una delle campagne di Fracomina, marchio del settore moda che cala le sue pubblicità nella quotidianità.

Dal prodotto all’anima, è il nuovo marketing “value-centric”.. e c’entrano pure i blogger

Pensata per scioccare, la pubblicità fa rumore. Nel bene o nel male, l’importante è che se ne parli.

Fattore Internet: le imprese italiane che innovano, crescono.

aprile 12, 2011

Secondo una indagine Boston Consulting Group (BCG), commissionata da Google, Internet gioca un ruolo fondamentale per l’economia italiana.

Nel 2010, sempre stando all’indagine BCG, Internet avrebbe contribuito al PIL italiano con 31,5 miliardi di euro, pari al 2%.

Fattore Internet (scarica lo studio in PDF), così si intitola il rapporto, analizza le trasformazioni dell’economia del nostro Paese proponendo alcuni interessanti casi di successo che dimostrano come le PMI Attive Online crescono di più e più rapidamente, sono più produttive, raggiungono una clientela internazionale e assumono di più.

Internet comunque è già “fattore” chiave per competere sui mercati globali in particolare per settori come l’industria alimentare, la moda e il turismo. Quest’ultimo è il settore più rilevante per l’e-commerce italiano (3,4 mld. di euro di fatturato).

Perchè Internet fa volare le imprese?

Le aziende individuano nel miglioramento del targeting, nella collaborazione (interazione con i consumatori) e nella semplificazione dei mezzi di pagamento i principali vantaggi derivanti dall’uso della Rete.

Ma perchè il nostro Paese non vola?

Secondo lo studio siamo ancora carenti dal punto di vista infrastrutturale (Enablement), ma anche dal punto di vista culturale (Expediture; Engagement).

L’Italia figura soltanto al 21esimo dei Paesi OCSE per penetrazione della banda larga.

L’e-commerce è ancora poco diffuso e, nonostante la crescita degli investimenti pubblicitari sul Web (+15% nel 2010), siamo al penultimo posto per utilizzo del Web come “vetrina pubblicitaria”.

La propensione al Web degli italiani è molto forte solo in alcune regioni – in particolare nel Nord Italia -, più debole al Sud (a eccezione della Sardegna).  Il risultato è un Paese a due velocità.

Il drive degli smartphone (15 milioni in Italia) è la strada maestra dello sviluppo.

Sull’onda del mobile ci si attende un salto generazionale grazie alla tecnologia in movimento: smartphone, tablet,GPS e altro ancora.
Un’offerta di servizi più online più trasparente, qualificata e sicura, di pari passo con l’educazione dei consumatori saranno il fondamento di una crescita  stimata tra il 13% e il 18% tra il 2009 e il 2015, quando l’Internet economy italiana costituirà il 3,3-4,3% del PIL.