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L’importanza dei Social Media nelle imprese: cosa sapere, come fare.

settembre 22, 2011

Mentre a Milano è in pieno svolgimento la Social Media Week  alcuni dati danno l’idea dell’importanza che il fenomeno riveste per privati e le aziende nel mondo.

Il Social Media Report di Nielsen fotografa lo stato del social networking internazionale che vede l’Italia ai primi posti per l’utilizzo dei nuovi strumenti di comunicazione interpersonale. Secondo lo studio, gli italiani alle prese con social networks e blog sono l’84% degli utilizzatori abituali del mezzo e
spenderebbero quasi un terzo del loro tempo online a visitare questi punti di aggregazione della rete.

Un dato che stride con quello fornito dalla ricerca condotta dall’Osservatorio Business Intelligence della Bocconi, secondo il quale Facebook e Twitter non compaiono ancora tra gli strumenti di marketing abituali delle imprese italiane. Addirittura, stando allo studio, duecento delle mille imprese italiane coinvolte nell’indagine ritiene che i canali social non siano affatto utili allo sviluppo del proprio business.

Chissà che una maggiore conoscenza delle potenzialità di questi strumento in chiave marketing non faccia ricredere qualcuno: LEWIS PR ha reso dapoco disponibile la sua guida pratica al social media marketing. Per start-up o brand globali spiega come:

  • organizzare i propri canali social
  • monitorare le situazioni di rischio
  • stabilire le metriche per valutare le campagne social
  • scoprire quali canali risultano più efficaci per le attività online (traffico, conversioni, lead, citazioni, coinvolgimento e fidelizazione degli utenti)

Per approfondimenti consulta anche la presentazione di Burson-Marsteller, Global Social Media Check-up 2011

 

10 suggerimenti per relazionarsi ai bloggers con successo.

luglio 16, 2010

Le importanti riflessioni di Francesco Magnocavallo (blogo.it) e Vincenzo Cosenza (Digital PR) riportate qui settimana scorsa, sono state fonte di grande ispirazione per me (spero lo stesso per voi). Allora ho pernsato di formulare alcuni suggerimenti pratici a chi si occupa di PR per relazionarsi ai bloggers con successo:

  • se proponiamo un prodotto/servizio per una recensione
  • se proponiamo uno scambio di link
  • se esploriamo le possibilità di una partnership
  • se proponiamo delle story angle
  • se proponiamo un’intervista

1.Monitora, ascolta,commenta

prima di ingaggiare l’autore di un blog faresti bene a leggere cosa scrive. Quando devi valutare se un blogger è interessante per la tua attività di PR non fermarti al suo grado di notorietà o di autorevolezza. Informati sul taglio che da ai suoi post, sugli argomenti che ama trattare, partecipa, commenta.

Dimostra che non lo stai seguendo soltanto per prendere, ma anche per dare.

2. Segmenta il tuo mailing per nicchie di utenti

Le digital PR vanno integrate nel piano marketing di un’azienda o un’organizzazione. Definisci le tue nicchie di interesse. Individua i blog che si occupano di un determinato argomento, prepara una mailing list ragionata. Raggiungerai il tuo pubblico riferimento e gli utenti potenzialmente più interessati al tuo business.

3.Presentati

dopo che hai osservato attentamente un blog è venuto il momento dell’engagement: presentati! Scrivi una breve mail per dire chi sei, qual’è l’azienda/organizzazione per la quale lavori, perchè il blog in questione ti interessa particolarmente (meglio se fai riferimento specifico a un post che hai letto e ti ha particolarmente colpito. Funziona sempre ;-)). Scrivi mail personalizzate, no massivi. Incanala la relazione sul binario della convenienza recirpoca. Tu probabilmente sarai interessato ad ottenere visibilità o a incrementare la tua reputazione, ma puoi anche fornire notizie per soddisfare la domanda del blogger. il rapporto è appunto win-win.

4. Sii breveper essere certo che le tue comunicazioni vadano a buon fine sii breve e conciso. Esponi la tua domanda o la tua idea in 2-3 paragrafi, se ti verranno richiesti ulteriori dettagli potrai inviare il tutto in una successiva mail, meglio se puoi rimandare a una landing page di contenuto con un link.

5. No stalk!

non essere ossessivo con le mail, ma non aver paura di mandare una mail di remind o di alzare la cornetta del telefono per chiedere se la mail precedente inviata è andata a buon fine.

6. Fatti influenzare dal blogger

“è essenziale saper entrare nella sua mentalità”, suggerisce Francesco. Proponi contenuti adatti per la sua nicchia di lettori. Spunti “su misura” sui quali lavorare. Non il solito comunicato o il prodotto in regalo. Piuttosto video spiritosi, gallerie di foto esclusive, una storia ben raccontata o la proposta di un’intervista interessante possono essere molto più efficaci di 1000 comunicati.

7. Menziona, linka

la moneta di scambio della blogosfera è il link. Un blog parlano di te? Cogli l’occasione per linkare i loro pezzi dal tuo blog, dal tuo twitter personale e/o quello aziendale, su facebook e così via.

8. Sii selettivo

sfrutta ogni occasione di incontro con i blogger per conoscerli meglio. Partecipa ai Bar Camp, organizza eventi per confrontati con loro in maniera diretta. Condividere un’esperienza in genere aiuta a rafforzare il legame e facilita la relazione professionale, ma ti aiuta anche a puntare sulla qualità e diventare più selettivo dopo una valutazione attenta dei risultati della tua attività di PR.

9. Coltiva le relazioni

la continuità dell’attività di digital PR è un punto essenziale per mantenere i contatti con i blogger e in generale con gli enthusiast dei forum e dei social media. Come puoi agire? aggiungi i blog nella tua “dieta mediatica”, confrontati sui temi di suo interesse entrando a far parte della sua community, offrigli delle esclusive, proponigli interviste con delle persone chiave della tua attività, invitali a vivere un’esperienza di prodotto/servizio che possano raccontare.

10. (Se fai un evento) Metti il blogger in condizione di scrivere

fai tesoro delle tue esperienze. Quando organizzi un’evento troppo denso di attività, tieni conto che non darai tempo ai blogger di documentare la loro esperienza “live”. Il “racconto di viaggio” è a mio avviso il sale del blogging e forse è anche la maniera più efficace per influenzare gli influencers. Aspettati post meno documentati, ma più diretti e pieni di anima. Da blog! Ricordati sempre di organizzare eventi in location dotati di Wi-fi o almeno metti una chiavetta a disposizione di chi scrive.

Come influenzare gli influencers?

luglio 7, 2010
tenuta Kränzel (Cermes)

albero all'interno della tenuta Kränzel, a Cermes (Merano)

Sono stato a Merano questo fine settimana per Merano FeelGood, il primo evento multisensoriale riservato ad alcuni fra i più accreditati influencers (Bloggers) ed enthusiasts (forumers, flickrs) della Rete nel settore turismo e benessere.

L’intento era quello di portare l’esperienza di viaggio tra le eccellenze del territorio meranese a chi si informa e partecipa alla discussione nei blog, nei forum di turismo e nei social network come http://www.flickr.com/groups/merano_feelgood/ (questa è la community nata per l’occasione).

Dell’evento hanno già parlato i protagonisti (bloggers) componendo – da varie angolazioni – un’immagine 3d davvero esaustiva del turismo di Merano e dintorni.

Con questo post provo a fare un bilancio di questa nuova esperienza di PR 2.0. riportando alcune riflessioni nate dal confronto con Vincenzo Cosenza, digital pr e blogger tra i più autorevoli in tema di PR, Marketing, Social Media e Francesco Magnocavallo, fondatore e direttore editoriale di blogo.it, al quale ho rivolto alcune domande al fresco di un magnifico arbusto della tenuta Kränzel a Cermes.

La 3 giorni meranese si è rivelata un’occasione imperdibile per chiedere a entrambi, e dai rispettivi punti di vista : come influenzare gli influencers?

“Il comunicatore al tempo della rete dovrebbe sforzarsi di svecchiare le metodologie tradizionali delle PR ed entrare nella mentalità del blogger”, dice Vincenzo Cosenza di Digital PR.

Solo in questo modo si potranno capire i loro bisogni per cercare di soddisfare le loro esigenze e di conseguenza raggiungere l’obiettivo di comunicazione. “L’attività delle PR – continua Cosenza – funziona solo se rappresenta un win-win con il blogger, solo se il relatore pubblico e dunque l’azienda, riesce a soddisfare la domanda d’informazione del blogger”.

Gli strumenti a disposizione delle PR per proporre le loro storie sono vari, a seconda del bisogno d’informazione che si va a soddisfare: “in alcuni casi basta un Digital Media News Release, versione moderna del vecchio comunicato stampa, in altri è utile mettere il blogger nella condizione di fare un’esperienza di prodotto (product test) o di servizio (turismo) che gli sarà utile per riportare il risultato ai suoi lettori”.

Per Francesco Magnocavallo di blogo.it “è necessaria molta più creatività che in passato, ci vuole la capacità di stare in rete, dove i rapporti sono più improntati al peer to peer e meno alla relazione tradizionale di potere”.

Il professionista delle PR deve conoscere gli strumenti base: Alexa, Google Trends o Insights, i siti di classifiche come Wikio e Blogbabel, le applicazioni per misurare Twitter. Tool che aiutano a trovare e valutare un blog, osservare come lavora, qual è la sua nicchia di pubblico.

“Credo sia importante sapersi mettere in gioco, ribaltare la prospettiva, come posso io PR lasciarmi influenzare da un blogger per capire meglio come funziona quel mondo, e saperlo poi trattare a dovere prima di spiegarlo al cliente?”. Secondo Magnocavallo, “sicuramente una professionalità di livello superiore è la cosa che più influenza un blogger veramente influente”.

Qual’è l’alternativa al comunicato o prodotto in regalo? Quale può essere secondo te la formula/mix vincente?

Il regalo avrà sempre richiamo fortissimo, ma un potere non sempre proporzionale allo status del blogger.

Per la tua esperienza di editor in chief del network blogo.it, qual’è l’errore più ricorrente dei PR ?

Il comunicato di massa, specialmente se contiene errori nel destinatario, cc in chiaro, destinatario citato col nome sbagliato, allegati pesanti e .doc in genere, registro formulaico e impettito, autocelebrazione.

Per non dimenticare la posta indesiderata. Anni di invio mail senza un contatto con la redazione, che magari non ha mai dato un’uscita… sarà mica un segno che conviene desistere o fare uno squillo per capire meglio?

I marketer ignorano ancora i social media [?]. Mi riferisco agli investimenti pubblicitari.

È un problema, perché a volte il PR/marketer ha a sua volta un cliente cui dover spiegare il valore di quello che è successo sui social media: doppio livello di comprensione, che può risultare in lavoro di scarsa qualità o incomprensioni esagerate.

I budget stanno arrivando, ma non sempre hanno un  piano convincente e ben distribuito. C’è molta confusione su chi fa cosa nella blogosfera, ci vuole tanta umiltà ed ancora tanto evangelismo.

Misurare le attività di comunicazione nei social media

giugno 15, 2010

Digital Royalty ha messo su You Tube questo interessante filmato.

Non mi dilungo sulla capacità degli americani di rendere più appealing anche ciò che all’apparenza sembrerebbe una pallosa lezione di marketing: il perchè è talmente evidente.. 😛

Di seguito vado a riassumere come misurare lo sforzo di un’azienda nei social media,  dopo avere individuato gli indicatori chiave di performance KPI (Key Performance Indicators):

1) Volume
#fans, followers, TPM (Tweets per minute)
trending topics (reach e frequanza)
2) Engagement
RT, subscribers (per esempio su Youtube), sentiment, tempo speso per i commenti si Facebook
3) Convertion
Click through (click azione), leads generation, sales

Ed ecco comee calcolare il ritorno dell’influenza (non inteso come la ricaduta post-malattia :-))

ROI – Return on influence 

COLD Metrix – parametri quantitativi di misurazione della performance: pageviews, volume , conversioni

R*F   reach, times frequency
___

TS    Time spent

WARM Metrix – partametri qualitativi come l’analisi e la valutazione dei messaggi, il buzz e le connessioni

Sentiment (Affinity to brand)
Ecosystem size – connessioni/relazioni generate dalle azioni  di PR/Comunicazione nell’ambito dei Social Media.

P.S. Di 2 fattori a mio giudizio molto importanti non si tiene conto nell’analisi: la presenza più o meno attiva di un brand, un’rganizzazione, un politico, etc… e la frequenza/costanza delle relazioni che sono principi fondanti ahe se meno misurabili della relazione che si sarà instaurata tra azienda e consumatore.

The Social Consumer

Maggio 10, 2010

La socializzazione dei consumi, il nuovo scenario dei “Me Media” , il profilo del nuovo consumatore multicanale e il suo comportamento nelle community. Dal monitoraggio all’ascolto, dalla connessione alla relazione. Numeri, suggerimenti e obiettivi raggiungibili spiegati in questa ottima presentazione di Digital PR per Hill & Knowlton.

Ikea fa marketing con il tagging su Facebook.

novembre 26, 2009

Facebook per il business? Dalla teoria alla pratica, ecco come Ikea ha “piegato” il social network più famoso del mondo ai propri obiettivi di comunicazione legati all’apertura di un punto vendita nella città di Malmoe.

Le azioni (illustrate nel video): 

  • è stato creato un profilo Facebook dello store manager, Gordon Gustavsson
  • è stato creato un album fotografico, con l’intera offerta di prodotti offerti dal negozio

Gli utenti che accedevano alla pagina potevano taggarsi a un prodotto della foto e riceverlo in regalo. L’iniziativa ha raccolto più si 700 amici nel giro di appena 2 settimane.

A turno, gli utenti hanno contribuito a diffondere il celebre catalogo (virtuale) dell’Ikea attraverso il loro profilo Facebook. I mobili e gli oggetti “taggati” con i nomi delle persone.

Via  http://news.cnet.com/8301-1023_3-10404937-93.html

 

Usa i Social Media come una Rockstar!

novembre 20, 2009

Ottima presentazione per digital PR in erba . I concetti sono sempre gli stessi: il monitoraggio, l’ascolto (fondamentale per chi vuole connettersi), la partecipazione, la misurazione dei risultati.

Molto interessante la slide 14 che mostra il comportamento dell’utente tipo dei social network suddivisi per gruppo di appartenenza ed età. In più la presentazione contiene numerosi link a risorse e strumenti utili per i digital influencer.

Visita il sito dell’autore: http://blankanvas.bypatlaw.com/

I consigli per gli acquisti nei forum, la chiacchierata tra amici su Facebook. Ecco dove vanno gli italiani in Rete.

novembre 19, 2009

I forum – con +80 milioni di messaggi quest’anno – sono lo strumento preferito dagli italiani per confrontarsi sugli orientamenti di consumo ed altri argomenti che riguardano la sfera professionale e privata.

È quanto emerge dal Rapporto sulle comunità Web di Digital PR, “Dove vanno gli italiani in rete – abitudini e nuovi fenomeni” giunto alla sesta edizione.

La blogosfera è sempre più il regno di chi ha qualcosa di interessante da dire. Sono quasi 3 milioni i blogger della penisola, ma “solo” il 35% di questi aggiorna il proprio diario con una certa frequenza (2 o più volte settimanalmente).

Facebook ha superato i 12 milioni di utenti (il 57% dei connessi) ed è la nuova piazza virtuale degli italiani. Una piazza sempre più rosa: secondo i dati dell’Osservatorio Facebook, infatti, nella fascia di utenti al di sotto dei 18 annile donne superano gli uomini nel social network più popolare del mondo.

I fenomeni emergenti di questo 2009 sono Twitter e Friendfeed. Il servizio di microblogging ha raggiunto 1 milione di utenti unici/mese nel nostro Paese (fonte: Google Trends Websites), mentre Friendfeed è ancora per early adopters, ma può rappresentare la naturale evoluzione dei forum.

Per approfondimenti rinvio alla presentazione di Vincenzo Cosenza (Digital PR) al seminario “Il nuovo potere dei consumatori sul web 2009

Alfred Lin (zappos.com): 7 consigli di per creare valore della marca

ottobre 8, 2009

Ho conosciuto Gary Stewart, co-fondatore di il motore di ricerca immobili nuroa, in occasione del First Tuesday di Barcellona. Un incontro istruttivo e piacevole, una birra e la promessa di risentirci prima o poi, magari quando la sua intuizione imprenditoriale sarebbe approdata in Italia.

Adesso Nuroa è presente nel nostro e in altri 11 mercati, e alcuni mesi dopo il nostro incontro ecco giungere anche l’occasione per rinverdire il nostro contatto: Succede che Luca Vidotto, collaboratore di Gary, legge il mio blog e decide di affidarmi in esclusiva gli appunti che il giovane imprenditore ha preso in occasione della conferenza Real Estate Connect, tenutasi a San Francisco ad agosto scorso.

Ho dato un’occhiata al materiale che mi sembra davvero valido, così ho deciso di pubblicarlo dopo averlo rielaborato e organizzato in vari post che pubblicherò nei prossimi giorni.

Come è facile immaginare, l’evento californiano si è svolto in un contesto di crisi globale e come noto il mercato immobiliare sta pagando un prezzo molto alto. Nonostante questo al RE Connect – si legge dagli appunti di Gary – è prevalso lo spirito di forte collaborazione e di speranza nella ripresa delle vendite di immobili, se non a breve, almeno a medio termine. Proprio per questo, l’obiettivo della conferenza era la condivisione di esperienze e know-how per identificare nuove tecnologie e vie di uscita dalla crisi.

Nutrita la partecipazione dei principali leader del settore immobiliare come: Peter Flint e Sami Inkinen: co-fondatori di Trulia, motore di ricerca immobiliare preso a modello da svariati motori di ricerca, che recentemente ha ricevuto circa 33 milioni di dollari da fondi di capitale di rischio come Sequoia Capital, Accel Partners, etc.; Craig Newmark: fondatore di Craigslist, pagina esemplare e modello “essenziale” (aggiungo io) in ambito classified generalisti e gratuiti, presa a modello da bakeca.it e molti altri players; Glenn Kelman: fondatore di Redfin, un’agenzia immobiliare online che offre commissioni più basse rispetto alle agenzie immobiliari offline che vanta anche un magnifico corporate blog; Jeremy Stoppelman: co-fondatore di Yelp, annoverato dal Times tra i 10 siti di cui non si può fare a meno; Spencer Rascoff COO di Zillow, sito basato su un sistema di valutazione online di immobili. La pagina web immobiliare che ultimamente è riuscita a ottenere finanziamenti per 75.000.000 $ ed è valutata 300.000.000 $.

Quanto poi ai relatori del convegno, Gary segnala Alfred Lin, Presidente e COO/CFO di Zappos.com, la cui presentazione era incentrata sui 7 consigli per creare valore della marca.

Solo la settimana precedente al suo intervento al RE Connect, Amazon ha acquistato Zappos per 928 milioni di dollari (650 milioni di euro). Per Alfred Lind si è trattato del secondo “big deal” nella sua storia di imprenditore di successo; tempo addietro era stata Microsoft ad acquisire la sua prima azienda, LinkExchange, per 265 milioni.di dollari

In altre parole, stiamo parlando di un personaggio dalla grande esperienza, i suoi consigli per creare una “marca solida” sono da tenere in grande considerazione, quindi prendete nota!

In primo luogo bisogna aver chiaro ciò che si intende fare e metterlo in pratica. Basta solo decidere qual è il nostro mercato di riferimento, trovare un nome per la marca, etc. E mettersi all’opera

Occorre definire i valori e la cultura d’impresa, e i dipendenti devono essere coinvolti in tale processo. Non è importante quali valori o cultura scegli, ma che tutti li abbiano ben chiari e siano allineati nello stesso sforzo. Bisogna vivere la marca, e la marca deve convertirsi in qualcosa di quasi più importante dell’impresa stessa.

L’azienda deve essere trasparente. Non c’è nessun problema se i dipendenti sono su Twitter. L’idea è creare una famiglia e lasciare che tutti si sentano partecipi ed importanti. Per esempio, tutti i dipendenti di Zappos partecipano ai risultati dell’azienda.

Bisogna definire un obiettivo chiaro e concentrarsi sull’idea in se più che sugli aspetti economici visto che quando si dirige un’azienda vi sono molti momenti di alti e bassi e a volte è possibile dubitare di se stessi o sentire che si sta per fallire. In questi momenti è importante avere una visione, un qualcosa che vada oltre la smania di far soldi, una prospettiva di lungo periodo. Zappos ha cambiato la sua vision in quattro occasioni, dalla vision iniziale di offrire la maggiore scelta di scarpe, alla vision attuale di consegna di felicità ai clienti

Bisogna creare relazioni. L’obiettivo non è collezionare biglietti da visita, ma creare relazioni vere.

Bisogna creare un team: ma non bisogna avere troppa fretta nel processo di selezione, al contrario con grande rapidità va allontanato chi non vale, o non è funzionale al team di lavoro. Allo stesso tempo è necessario avere il giusto buon mix tra competenze scientifiche, profili creativi e talenti visionari. Tali risorse vanno bilanciate perché un’azienda possa avere successo: troppi visionari sono in genere sinonimo di scarsa capacità di esecutiva; con troppi tecnici mancherebbe la visione del business; con troppi creativi verrebbero a mancare i processi.

Bisogna pensare a lungo termine. Zappos è nata nel 1999. Il successo ci mette del tempo ad arrivare, ci sono molti ostacoli e momenti deludenti. Occorre però capire che un’azienda non è un biglietto della lotteria, non è un progetto per arricchirsi rapidamente, occorre ragionare per cicli di 10 anni.

Qui di seguito trovate un video che spiega nel dettaglio il fenomeno di Zappos negli Stati Uniti.